L’installazione condensa visivamente un pensiero sintetico della temporalità nei suoi passaggi di passato, presente e futuro.
Una scultura capace di rappresentare la propria realtà materiale ed anche quella virtuale, in un gioco combinatorio tra volume ed ombra.
Lo spazio dell’opera sembra preferire la nozione di campo, un sistema di relazioni, varianti e costanti, che costruiscono un ritmo visivo una coniugazione raccordata tra soffitto e pavimento.
Un campo spaziale mobile in cui anche il materiale in ferro acquista dinamiche e proiezioni inedite. L’aperta spazialita’ che ospita l’opera permette all’installazione di lavorare di sponda; un doppio della scultura viene proiettato sulla parete. Intreccio tra pittura e scultura, spazio e tempo, realtà e virtualità, che spinge l’opera verso i confini della telematica, sottrae fisicità alla forma tridimensionale e la prolunga nella ipotesi televisiva.
Il video proiettato che riprende l’immagine della scultura in movimento e contiene i passaggi di riprese dal vero, fuochi di fiamma ossidrica, e metallo, che sostituiscono una temporalita’ fisica propedeutica al processo di formalizzazione dell’opera.
Achille Bonito Oliva
Bibliografia: Achille Bonito Oliva, L’Estasi del particolare, in “Oggetti di Turno dall’arte alla critica” Marsilio, Venezia 1997, pp. 180-181