Triangolazioni – 1987/1993
Le opere si organizzano attraverso le differenze di sfumature e toni di colore in gerarchie aperte di figurazioni e percorsi segnati dalle linee rette bianche che, strutturando la superficie piana, si dirigono oltre i bordi della tela , verso l’infinito. Razionalità geometrica e vitalità sensuale si raccolgono così in un dinamismo armonioso.
Il percorso che ha portato l’Amodei a questo risultato è quello di una pittrice gestuale ed espressiva- come si è visto anche nelle sue precedenti opere. Quella di Adriana Amodei è una pittura di superfici pittoricamente chiuse e chiaramente delimitate, le quali tendono a sovrapporsi reciprocamente – quasi a mascherarsi – senza tuttavia cancellare gli strati di pittura sottostanti lasciati intendere attraverso fessure sottili che percorrono i quadri quasi come linee divisorie . I primi lavori di questa artista si organizzavano in composizioni di più tele – a volte anche di forme diverse – le cui giunture erano legate dagli strati di pittura che le connettevano fra loro. Il “centro” di molti di questi lavori era definito attraverso sovrimpressioni successive di colori che partono dal limite esterno delle strutture di tela verso un punto di gravità, che l’artista stabiliva come campo bianco, dal quale successivamente si dipana le rete della pittura e dei percorsi, lasciati più o meno marcatamente intravedere. In una ulteriore fase della sua ricerca, l’Amodei, esalta la sua nozione – così apparentemente sistematica – di plasticità, arricchendo e delimitando le sue pitture con cornici di ferro grezzo; oppure inserendole in strutture geometriche di filiformi tondini metallici, sicchè anche quadri di piccolo formato conquistano – nel nuovo contesto plastico spaziale così costituito – ulteriori funzioni estetiche. […]
Reiner Fuchs
1990
Estratto dal Catalogo della “XXIV Internationale Malerwochen in der Steiermark”
Graz (AT)
The “center” of many of these works was defined through successive superimpositions of colors that depart from the outer limit of the canvas structures towards a point of gravity, which the artist established as a white field, from which the network of painting and paths, left more or less markedly glimpse.
In a further phase of his research, Amodei exalts his notion – so apparently systematic – of plasticity, enriching and delimiting his paintings with frames of raw iron; or by inserting them into geometric structures of filiform metal rods, so that even small-format paintings conquer – in the new spatial plastic context thus constituted – further aesthetic functions. […]